Un libro in valigia

"Corro su nel giardino, filo lungo tutto il viale, profumato da ubriacare, arrivo in fondo alla terrazza, sospesa nel cielo, con una fila di nobili teste di marmo, e una dolce ringhiera. Ci sono dei turisti estasiati. In realtà la situazione è di quelle che non si possono facilmente esprimere: tutto il golfo da Amalfi a Salerno è ai tuoi piedi, e tu voli." Pasolini Avete mai visitato Salerno? Lo ammetto, la città in cui vivo non è famosissima, né tantomeno è una metropoli. Però al contempo è la mia piccola grande città: conosco le strade, i negozi, la storia ed ho visitato la maggior parte dei musei e dei siti archeologici presenti. Qui esco con gli amici, mangio nei ristoranti con i miei genitori, ci vado a scuola, ci ho lavorato. Quindi, partecipare alla presentazione del libro "Castello di Carta" il tre settembre è stato davvero piacevole. Il libro, scritto dal docente, giornalista e scrittore Paolo Romano, si presenta come una guida letteraria di Salerno e de

"Perché quel che mi può salvare dalla distruzione e dal terrore ... è lui. Voglio salvarmi dalle mie fantasticherie, dai sogni in cui mille volte l'ho immaginato e inventato a modo mio, in cui ho litigato con lui o gli ho parlato con dolcezza, dai dialoghi deliranti in cui interpretavo entrambe le parti - la mia e la sua - per consolarmi della frustrante consapevolezza di averlo cercato e inseguito inutilmente."   Diamo le cose troppo per scontato. Me ne sono resa conto leggendo questo libro di Paola Zannoner, che sinceramente all'inizio neanche mi aveva entusiasmata più di tanto. La storia racconta di due ragazzi, Rachele e Taisir, così diversi socialmente ma così compatibili caratterialmente. Rachele è la perfetta riproduzione di una ragazza occidentale: è benestante, figlia unica, ha due genitori con bei posti di lavoro che si amano e la amano incondizionatamente, ha delle amiche fantastiche e coltiva la sua passione per il canto senza problemi. Taisir invece ha

  "Chi ha conosciuto il dolore, impara a lenire il dolore degli altri." Helene Haller è una ragazza di appena diciotto anni, ma le sue esperienze la rendono già una donna. Il suo soprannome è Rafia, un soprannome che detesta terribilmente perché le ricorda quando da bambina  era costretta ad aiutare i nonni lavorando questo materiale. Helene, non appena compie diciotto anni, fugge dalla sua casa dove non si è mai sentita protetta, dovendo convivere con la madre tossicodipendente e il suo compagno molestatore. Impara a cavarsela da sola: vive soltanto vendendo i suoi prodotti con perline e rafia, cantando canzoni rap e spostandosi da una città all'altra conoscendo tante persone che la aiuteranno a trovare la vera se stessa e l'artista che è in lei e a ricucire le ferite sanguinanti del passato. In particolare incontra Sigh, uomo che le infonde tranquillità anche a distanza, Mario, l'amore della sua vita e la signora Dubois in Francia, personaggio davvero partico

  " Quando capisci che vuoi passare il resto della tua vita con una persona, speri che il resto della vita cominci subito." Caterina è una ragazza leccese che si trasferisce a Bologna per frequentare la facoltà di giurisprudenza all'università con il suo migliore amico Ettore, che ancora non ha deciso la strada da seguire. A Bologna, la Bologna delle tue torri, delle piadine e dei mattoni tutti rossi, scappa da una festa dopo l'arrivo della polizia con un ragazzo sconosciuto su una bicicletta. Dopo diverso tempo Caterina incontra di nuovo il ragazzo della festa: é Yassine, proveniente dal Marocco, e vive in una palazzina occupata abusivamente da altre cinquanta persone. Scopre le sue labbra carnose, i suoi ricordi dolorosi dello sbarco, gli occhi cattivi del fratello Mohamed, il sapore delle spezie, il calore del sole, uno stile di vita diverso dal suo. Caterina si batte per i diritti degli abitanti della palazzina e per Yassine quando i poliziotti minacciano di cac

"Il problema è tutto lì. Che quando sei davvero depresso non riesci nemmeno a pensare." Premetto che il Giovane Holden l'avevo già letto in versione digitale, ma sapete bene che preferisco di gran lunga i libri cartacei.  Ergo, non potevo non comprare una copia di questo meraviglioso romanzo (devo dire anche un po' piegata a furia di portarla in giro con me), che tempo fa mi consigliò un amico. Holden Caulfield, adolescente americano, inizia a scrivere la sua storia mentre è chiuso in un ospedale psichiatrico. Racconta delle scuole in cui è stato, dei professori che più gli stavano simpatici come Spencer ed Antolini e di tutti i suoi compagni di scuola. Racconta delle ragazze che ha conosciuto e che infondo un po' ha amato, in particolare Sally e Jane. Racconta della sua intelligentissima sorella minore Phoebe, del suo fratello morto e dell'altro fratello trasferitosi ad Hollywood per scrivere, D. B. Holden è un comune adolescente: racconta un po' di bug

" Io non sono credente, ogni tanto però penso che Dio ti abbia creata per me".   Marianne e Connell si incontrano al liceo: lei è strana e silenziosa, senza amici. Lui è uno dei ragazzi più popolari della scuola. Si incontrano spesso a casa di Marianne, perché la madre di Connell lì ci fa le pulizie.  Quando si iscrivono al Trinity, la situazione si capovolge. Ora è Marianne quella popolare: non è più considerata strana, timida e silenziosa. Ha tanti amici e tanti ragazzi le fanno la corte. Ma il suo punto fisso, il suo ricordo più limpido resta Connell. La loro storia si può tradurre in un classico tira e molla, in una storia adolescenziale che però dura tutta la vita. Perché quando si incontra la persona giusta si capisce. Si capisce dal fremito della passione che ondeggia nel corpo, dagli occhi che restano sempre incantati, dalle risate. Sally Rooney ha reso il libro davvero scorrevole e ha raccontato una relazione "normale" e non una di quelle da film dove tu

  " Sentirsi dire ogni giorno che non troveremo mai lavoro, che non andremo mai in pensione, che solo i migliori fra noi ce la faranno, insomma vivere perennemente nell'arena degli Hunger  Games non è  che ti faccia venire voglia di digerire proprio tutto. Ecco, è un digerire molto metaforico. Ci sono cose di questa società che non riusciamo proprio a mandare giù e il nostro corpo le segnala in questo modo." Emma ha venticinque anni ed è una tirocinante presso il suo ex professore di Letteratura Italiana, Sermonti. Un uomo abbastanza burbero e per niente simpatico, che merita lo sputo nel caffè che ogni mattina Emma gli riserva. Quando Sermonti viene avvelenato perdendo la vita, Emma si preoccupa di diventare la prima indiziata. In sole quarantotto ore deve scoprire chi è che ha ucciso il suo ex professore: così chiede aiuto alla sua migliore amica Eleonora, praticante avvocato e ad uno dei suoi superiori Simone ed infine allo spocchioso Federico, dottorando di Sermonti.