Recensione "Grandi Speranze" - Charles Dickens




 Questo libro mi è stato regalato da uno dei miei più cari amici. Il bello è che prima di regalarmelo, ha indagato minuziosamente su quale libro mi mancasse di Dickens, uno dei miei autori preferiti, senza che io mi accorgessi di nulla.
Anche se l'ho ricevuto a Natale, l'ho potuto leggere a giugno e recensirlo soltanto adesso. 
Non so se io abbia avuto una sorta di blocco del lettore (anche se oltre questa ho concluso altre letture in questo periodo) o blocco "delle recensioni" visto che non pubblico da tempo.
In ogni caso, ricomincio con un libro che mi è molto a cuore: continuerò a dire che la mano di Dickens è immortale e men che mai attuale.
Il protagonista è Pip, bambino orfano che vive nella casa della sorella e del cognato Joe, persona che stima tanto.
I rapporti con la sorella non sono molto rosei visto che lei molto spesso lo maltratta, esattamente come maltratta suo marito.
La vita di Pip, seppur molto umile, è imperversata da incontri davvero importanti.
Il primo è con un evaso, al cimitero, che gli impone di portargli del cibo, ma che viene arrestato il giorno dopo.
Il secondo è con Miss Havisham, vecchia zitella e la sua figlia adottiva Estella.
Questa coppia tutta al femminile e di un certo rango ha però qualcosa di sinistro: la prima, vive al buio e con addosso l'abito da sposa da quando fu lasciata dal fidanzato poco prima del matrimonio, e la seconda è incapace a stringere amicizia con il giovane Pip poiché troppo povero.
Nonostante la frequentazione con persone ricche, appunto, Pip vive nel disagio. Non gli piace essere insultato perché proveniente da una famiglia più povera o perché aiuta il cognato come fabbro.
Questa è stata la parte che più mi ha dato da riflettere, perché purtroppo le discrepanze sociali esistono ancora, nonostante siano passati più di trecento anni dalla pubblicazione di "Grandi Speranze".


Pagine: 525

Editore: Einaudi

Costo: 13,00 €

Voto: ★★★★★

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