Recensione "Il cacciatore di aquiloni" - Khaled Hosseini

 



"Qualcuno ha detto che in Afghanistan ci sono molti bambini, ma manca l'infanzia."



"Il cacciatore di aquiloni" è un romanzo molto celebre, pubblicato nel 2003 e scritto da Khaled Hosseini. Spesso sentivo persone parlarne molto bene, ma non avevo mai avuto la giusta dose di coraggio per iniziare a leggerlo. Alcune volte si può avere paura dei libri perché sai che possono travolgerti come un'onda, annientati, indurti in mille riflessioni a cui non sei in grado di dare risposta.
"Il cacciatore di aquiloni" narra dell'amicizia fra Amir e Hassan, nata sin dalla nascita. A renderli diversi c'è solo il loro status sociale, perché Hassan è un hazara.
Amir dopo una gara di aquiloni, si macchia di una terribile colpa nei confronti del suo caro amico. Questa colpa lo perseguita sin da adulto, quando si trasferisce in America con il padre.
Però si sa, il karma gira: un giorno riceve una chiamata che lo costringe a ritornare nella sua terra d'origine, a rivedere le persone che più gli erano a cuore, a riconoscere i monumenti, a sorprendersi dei cambiamenti e a conoscere il bellissimo e timido figlio del suo amico d'infanzia Hassan.
Il libro è scorrevole ed intenso e i riferimenti storici sono ben descritti (vengono raccontati trent'anni di storia afghana, dalla fine della monarchia all'invasione russa e al regime dei talebani). L'infanzia spazzata via di certi bambini, le decapitazioni in pubblico, le tradizioni culturali diverse mi hanno fatto pensare che esistono realtà che sembrano lontane, ma in realtà sono molto vicine. Condivido pienamente il commento fatto dal giornale Il corriere della sera: se volete leggere anche solo un libro all'anno, allora fate in modo che sia "Il cacciatore di aquiloni".


Pagine: 362

Editore: Piemme

Costo: 12,00 €

Voto: ★★★★★

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